Apollo 1 – 50 anni fa la tragedia

Era il 27 gennaio del 1967, esattamente 50 anni fa. Tre uomini, tre astronauti, il primo equipaggio per la nuova capsula Apollo, perirono a causa di un incendio scoppiato improvvisamente durante la missione Apollo 1 (ex Apollo 204).
Virgil “Gus” Grissom, Ed White e Roger Chaffee, furuno i primi tre astronauti americani a morire nell’ambito di un programma spaziale NASA.
L’incidente di Apollo 1 fu provocato da una serie di sfortunati eventi a catena. In breve, l’atmosfera all’interno della capsula, costituita da ossigeno puro e portata a 14kpa sopra la pressione atmosferica terrestre, accelerò e amplificò l’incendio, innescato da una scintilla elettrica partita da un cavo di rame rimasto privo della propria guaina isolante per l’usura generata dalle continue aperture e chiusure del portello di entrata.
Tutti i materiali all’interno della capsula avevano proprietà ignifughe, ma non per le condizioni che erano state create in cabina, appunto, l’ossigeno puro e la pressione così alta.
Benché le fiamme sviluppate avessero avvolto gli astronauti iniziando a fondere le tute e tutto quello che si poteva fondere all’interno del capsula, gli astronauti non morirono di ustioni, bensì per l’inalazione venefica dei fumi e del monossido di carbonio generati dalla combustione.
Tutto avvenne in soli 17 secondi, secondi interminabili preceduti dalle grida di dolore degli astronauti.

Alle 18,31 ora locale Grissom esclamò qualcosa come “hey” o “fire” e due secondi dopo Roger Chaffie dette l’allarme con la storica e agghiacciante frase: “Fire! We’ve got fire in the cockpit!” cioè “Fuoco! C’è del fuoco nella cabina!”
Le procedure di emergenza per liberare la cabina richiedevano 90 secondi, troppi per rispondere ad una situazione del tutto nuova e imprevista.

Il portellone della capsula, concepito per aprirsi verso l’interno e solo a cabina depressurizzata condannò i tre uomini alla morte e li consegnò alla storia come i primi (e purtroppo non ultimi) astronauti NASA deceduti in missione (sebbene quella di Apollo 1 fosse in realtà un’esercitazione, poi trasformata in missione ufficiale per onorare la memoria del terzetto).

L’incidente gettò molti dubbi sulla possibilità di realizzare l’obiettivo fissato dal compianto Presidente Kennedy di raggiungere la Luna prima della fine del 69. La NASA sequestrò ogni cosa intorno all’area di lancio ed istituì una commissione per fare luce sulle cause dell’incidente. 
La capsula Apollo fu riprogettata nuovamente e vennero risolti 1407 problemi di collegamento, la pressurizzazione non fu più di 14 kpa sopra il valore di pressione atmosferica, ogni cavo, elettrico o idraulico fu rivestito di isolante e tutti quello che poteva incendiarsi venne sostituito con materiali totalmente ignifughi e soprattutto il portellone di accesso fu riprogettato per aprirsi verso l’esterno.

(foto NASA)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(le tombe degli astronauti: Grissom e Chaffee sono sepolti ad Arlington, White a Westpoint)




Ti Porto la Luna – 2016

Parlare della mia avventura a Houston durante la consegna del campione di roccia Lunare vorrebbe dire occupare un numero indefinito di righe…andrà fatto, in qualche modo, ma forse non in questo spazio o non solo in questo sito.

Nel frattempo, per raccontare l’avventura dell’edizione 2016 di Ti Porto la Luna, credo che quanto l’amico Roberto Beltramini del GAV ha scritto sia un ottimo resoconto della fantastica esperienza resa possibile anche dal prezioso aiuto di persone come Roberto stesso e tutto il gruppo GAV.

di Roberto Beltramini

Per la seconda edizione di “Ti porto la Luna” a Viareggio un’altra Roccia Lunare, questa volta della missione Apollo 14.

Evento realizzato con il patrocinio del Comune di Viareggio e in collaborazione con il Museo della Marineria, le Medaglie d’oro lunga navigazione di Viareggio, Octobersky.it, Gruppo Astronomico Viareggio e Girofly.

In questa edizione i relatori sono stati:

Luigi Pizzimenti,
Curatore del Padiglione Spazio presso il Museo del Volo (Volandia) a Malpensa. Presidente dell’Associazione per la Divulgazione Astronomica e Astronautica ADAA. 

Paolo Miniussi, direttore Octobersky.it.
Il nostro Paolo, organizzatore e artefice dell’edizione 2015 a Viareggio, questa volta in veste di relatore per le tappe del tour toscano 2016:
Viareggio e Peccioli (PI).

Ma veniamo al campione di roccia lunare è il n.14310,221(019) del peso di 146,8 grammi ed è un Basalto feldspatico (kreep). Fa parte di una roccia del peso originale di 3439 grammi, di 19x14x11 cm raccolta durante la missione Apollo 14, dall’astronauta Edgar Mitchell. Fu rinvenuta durante la seconda uscita extraveicolare nel sito Station G a 230 metri dal modulo Lunare, nel febbraio 1971.
Ed Mitchell era un amico di Luigi e Paolo che in varie occasioni avevano avuto modo di incontrarlo tenendo una assidua e diretta corrispondenza, parlare della roccia, dell’impresa di Apollo 14 è stato un modo per ricordarlo e celebrarlo dopo la scomparsa avvenuta il 4 febbraio scorso.

Anche quest’anno la sala del Museo della Marineria ha raggiunto la sua capacità limite per afflusso di pubblico, grazie all’interesse per una roccia lunare, più grande ,più vecchia e anche per l’opera di volantinaggio e locandine affisse in Viareggio e nelle svariate facoltà dell’Università di Pisa.

La conferenza scorre piacevolmente tra aneddoti della missione, la vita degli astronauti e il racconto del viaggio a Houston al Johnson Space Center.
In particolare le pratiche e la consegna della Roccia Lunare, campione che è stato concesso dalla NASA a Luigi Pizzimenti, accompagnato per l’occasione da Paolo Miniussi e Paolo D’Angelo.

Gli applausi scandiscono le varie fasi della conferenza.
A fine conferenza è stato proiettato il video da me realizzato in 3D e in anaglifo, con le immagini sulla Missione Apollo 14.

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A conclusione della proiezione il pubblico incuriosito si è messo in fila per vedere la roccia facendo domande a riguardo e chiedendo autografi ai relatori e con dediche scritte direttamente sul libro di Pizzimenti, “Progetto Apollo – Il sogno più grande dell’uomo” edizione aggiornata 2016.

Sono state realizzate anche le cartoline dell’evento in 4 diversi tipi, con 2 diverse affrancature a tema, Galileo e Gagarin, annullo filatelico postale di cui una in anaglifo (3D) con occhialini red cyan allegati. Tutto questo ha attirato l’interesse degli appassionati filatelici e non.

Infine il pubblico, tra strette di mano e complimenti, si è intrattenuto con i relatori e gli organizzatori prima di andare via.

Agli sponsor va un caloroso e sentito ringraziamento!
Dobbiamo a loro la riuscita dell’evento!
Grazie al contribuito che in modo sostanziale ha permesso
la copertura delle spese affrontate dall’organizzazione!

Da sottolineare la loro sensibilità e consapevolezza di sponsorizzare un evento culturale ma anche un’occasione unica per Viareggio.
Ospitare una roccia lunare!

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SPONSOR:

EXSAT

FLASCHCOATS

GELATERIA MIRELLA

CO.EN.CO.

SIAN SRL

CREMERIA EMMA

LOCANDA DELLA MAMMA

 

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Apollo 13… e un po’ di TI PORTO LA LUNA

La missione Apollo 13 sarebbe stata la terza missione ad allunare dopo quella storica ed al cardiopalma di Apollo 11, la precisissima e “goliardica” di Apollo 12, questa terza missione, capitanata in origine da Alan Shepard e passata di mano a Jim Lovell, avrebbe raggiunto l’altopiano di Fra Mauro segnando un altro primato storico in termini di difficoltà ed obiettivi.
A comporre l’equipaggio di Apollo 13, dopo lo “scambio” con Shepard e i suoi (Mitchell e Roosa), c’erano Fred Haise e Kenneth Mattingly.

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Quest’ultimo, lo sappiamo anche dal film omonimo “Apollo 13”, fu esposto ad una possibile infezione da morbillo e la NASA a soli due giorni dal lancio, previsto per l’11 aprile 1970, decise di sostituire “Ken”, assegnando il ruolo di CMP (Command Module Pilot – pilota del modulo di comando) a Jack Swigert, CMP nel back-up crew (equipaggio di riserva).
Il 14 aprile di 45 anni fa, fu proprio Jack Swigert, con il suo “Okay, Houston, we’ve had a problem here a far sobbalzare i controllori di volo del JSC.
A 55 ore e 55 minuti di volo, uno dei serbatoi di ossigeno del Modulo di Servizio esplose a causa di un corto circuito, il quale  avviò una serie di eventi in rapida successione: scintille, poi fuoco, calore e conseguente aumento di pressione. Fu quest’ultima che fece esplodere il serbatoio e compromise tutta la missione fino a costringere gli astronauti a rinunciare all’allunaggio, eseguire una manovra di rientro libero intorno alla Luna – “Free Return Trajectory” – e dirigersi verso la Terra utilizzando il Modulo Lunare come scialuppa di salvataggio…e come unico sistema di propulsione disponibile, viste le pessime condizioni in cui il modulo di comando, a seguito dell’incidente, versava.

La grande preparazione degli astronauti, dei controllori di volo, di tutti i tecnici e gli ingegneri della NASA, nonché degli stessi astronauti e in particolare di Ken Mattingly chiamato nel mezzo della notte a simulare ogni possibile alternativa per un rientro sicuro, fece la storia e fu la salvezza per Lovell, Swigert ed Haise…e permise 45 anni dopo, a un trio di malati di spazio e missioni Apollo e alla personale amicizia con Luigi Pizzimenti, d’incontrare personalmente conoscere personalmente Fred Haise, durante lo scorso viaggio a Houston, in occasione del ritiro della roccia lunare presso la NASA e che stiamo facendo girare per l’Italia dal 2 Aprile e sarà, lo ricordo, in Toscana nei giorni 14 e 15 di maggio, prima a Viareggio e poi a Peccioli.

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Ecco, anche questo è Ti Porto La Luna. Trovarsi di fronte Fred Haise di Apollo 13 è stato incredibile. Vedercelo arrivare incontro, con il sorriso e le braccia aperte è qualcosa che si può a malapena descrivere.
Celebrare l’anniversario di Apollo 13 dopo, dopo aver incontrato uno dei protagonisti di quell’incredibile odissea, non sarà mai più la stessa cosa.
Ad unirsi al già emozionante incontro è stato anche Paolo Nespoli, grazie alla conoscenza con Paolo D’Angelo che è riuscito a raggiungerlo telefonicamente una volta arrivati a Houston.
Una cena memorabile in compagnia di due astronauti, che, con la loro simpatia e semplicità, quasi ci hanno fatto dimenticare con chi stavamo a tavola.

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Yuri Gagarin

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Il volo umano spaziale ha inizio

 

il 12 aprile del 1961 il mondo ha cambiato volto. Ha assunto le sembianze di Yuri Gagarin, sovietico di 27 anni, pilota militare, primo cosmonauta, primo essere umano a bordo della prima “nave spaziale”, la Vostok.
Non è solo una mia opinione, ma è certo che il suo contributo all’esplorazione spaziale è stato fondamentale.
I Russi, già avviati nella conquista dello spazio e nello studio dei viaggi spaziali, della missilistica e dell’astronautica, posero le basi, con il lancio della Vostok di Gagarin, per la corsa alla Luna. Kennedy, spiazzato dall’impresa oltre cortina, chiese ai suoi consulenti scientifici quale impresa avrebbe potuto riscattare gli Stati Uniti. Il resto lo sappiamo, è storia.
Di lì a poco Alan Shepard sarebbe diventato il primo americano nello spazio. Certo avremmo dovuto aspettare il volo di John Glenn per parlare di orbite e “permanenza”, ma i 15 minuti di Shepard bastarono a Kennedy per lanciare gli Stati Uniti (e tutta l’umanità) verso la Luna.

Ed è lì, sulla superficie della Luna, che il ricordo di Yuri Gagarin fu lasciato dai primi due uomini che allunarono nel 1969, Neil Armstrong e Buzz Aldrin, poco più di un anno dopo che il cosmonauta era morto a seguito di un incedente aereo.

Gagarin: “Vedo la Terra! E ‘così bella! “

 

 




Locandina Ufficiale per l’evento di Viareggio – AGGIORNATA!

Mentre il giorno della partenza si avvicina, fremono gli ultimi preparativi…ecco la locandina ufficiale per l’evento di Viareggio:

Ovviamente è la versione 1.0. Si devono aggiungere ancora i collaboratori e gli altri sponsor.
Per il momento sono orgoglioso e lieto di annunciare che lo sponsor principale per quest’anno sarà la Società EXSAT

Attivata la pagina delle prenotazioni, qui




#tiportolaluna – Seconda Parte (ringraziamenti)

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(crediti foto Roberto Beltramini)

Prima ancora di ringraziare i relatori, Paolo Attivissimo e Luigi Pizzimenti, che hanno creduto in me e nella mia determinazione a portare la Luna a Viareggio, è doveroso ricordare che se il tour di Paolo e Luigi ha fatto tappa anche nella mia città è grazie ad altre due persone , sto parlando di Bianca Maria Bassetti e Massimo Martini e della generosa donazione che hanno elargito a promozione dell’evento. Un gesto di sincero altruismo, di sana passione per la scienza e d’incondizionato amore per tutto quello che è spazio, astronautica, Luna!
Quando ci siamo trovati intorno al tavolino della paninoteca dove solitamente si svolgono le riunioni del GAV, sentirmi dire –  “ti aiutiamo noi, saremo lo sponsor principale” – mi ha lasciato quasi incredulo; ho ripetuto almeno un paio di volte “siete sicuri???” – come a dire: “non mi state prendendo in giro, non è uno scherzo?”.
L’estrema semplicità e al tempo stesso sicurezza con la quale questi due signori mi hanno concesso la loro fiducia mi ha spiazzato al punto che, una volta riacquistati i sensi e aver pensato  “E ORA?!?!” , ero già con la mente proiettata sull’organizzazione.
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(crediti foto Roberto Beltramini)

Ma se Massimo e Bianca hanno deciso di sponsorizzare l’evento è grazie anche alla presenza dell’amico Roberto Beltramini, il ponte fra me e il GAV e quindi i due benefattori in questione.
Roberto ha creduto in me e nelle potenzialità del GAV, in persone come il paziente ed altruista Paolo Dori e l’instancabile David Vizzoni. Il primo, un abile e ben attrezzato tecnico dell’audio-video, che si è occupato di fornire tutto il supporto tecnico necessario, dagli schermi ai video-proiettori stessi, al mixer e all’acquisto, all’ultimo minuto, di una coppia di radiomicrofoni, per non parlare poi dell’abilità dimostrata in campo al momento di dover miscelare dal vivo l’audio dei relatori. Il secondo, che si è fatto in quattro per rendere attuabile un mio capriccio, quello di proiettare la Luna in diretta durante la serata, per mostrare al pubblico il MARE SERENITATIS e Taurus Littrow, luogo di allunaggio di Apollo 17 e della “nostra” roccia, poi sfumato causa maltempo. Anche David, come Paolo Dori, Roberto, Massimo e Bianca è fra le persone che  non sono mai mancate nelle fasi più delicate dell’organizzazione.
La grafica delle locandine, in tutte le sue versioni, il supporto logistico (sedie aggiuntive), il reperimento di alcuni importanti risorse e parte dell’ospitalità fornita ai relatori arrivano da Roberto Beltramini e dalla sua famiglia.

Le Medaglie D’Oro Lunga Navigazione, Zeffiro Rossi e Oreste Bertolucci, insieme alla Dottoressa Immacolata Chiantelli, meritano altrettanto il mio personale attestato di riconoscenza. Grazie infatti a queste persone è stato possibile, in un momento drammatico per la storia amministrativa del Comune di Viareggio, portare questo “pezzetto” di Luna nella città, che, almeno per 29 ore, non è stata solo “del Carnevale”. Un sussulto di orgoglio scientifico e di cultura aereospaziale unico nella storiografia dell’ex-perla del Tirreno.
Un ringraziamento va anche all’istituto comprensivo di Torre del Lago, a tutti i docenti e a tutto il personale dirigente, che ha creduto sin da subito nella mia iniziativa con un’inaspettato “spot“, riconfermandomi per altro la fiducia già dimostrata per il progetto “Il Viaggio Verso La Luna”, raccontato classe per classe agli alunni del comprensorio e culminato con la chiacchierata insieme ad Edgar Mitchell di Apollo 14. Il progetto, che continua nel resto delle scuole della Versilia e mi auguro presto in tutta la Provincia di Lucca, ha avvicinato le nuove generazioni all’avventura dell’Uomo sulla Luna non presentandolo solo come un fatto storico, ma come la continua evoluzione del programma Apollo, delle ricadute tecnologiche da questo generato e per il fascino di un’epopea che continua ancora oggi.

A costo di eccedere in romanticismo, non posso escludere nei ringraziamenti la mia famiglia, che mi ha sopportato e supportato senza mai manifestare incertezze alcune sul fatto che sarei riuscito o meno nell’impresa di organizzare un evento in così poco tempo e con così poche risorse.
Ringrazio l’amico Michele Righini, inseparabile cine-operatore del quale mi avvalgo con fiducia ogni volta che mi viene in mente anche la più folle delle idee.
Grazie infine a Paolo Attivissimo e Luigi Pizzimenti, per il loro lavoro svolto con passione e professionalità e grandissima sobrietà. Potrebbero tirarsela alla grande per le cose che hanno visto e per i luoghi che hanno avuto il privilegio di conoscere direttamente, ma non è così. Su un palco a parlare di Luna e di astronauti oppure intorno a una tavola con davanti una pizza e una birra, questi due instancabili divulgatori sono così come li vedete, due autentici sognatori e due grandi amici.
Grazie di cuore!