NGT75-3
NGT75-3
Sito di lancio Pioppogatto (a cura di Paolo Miniussi)
2 maggio 2005 ore 16,22 La squadra del T75 ritorna, dopo tre anni di assenza, sul campo di Pioppogatto, fra Viareggio e Massarosa, invitati da alcuni amici del Model Club a partecipare ad una manifestazione di aereomodelli sperimentali. Come potersi tirare indietro? Del resto mettersi in gioco è la caratteristica principale di questo gruppo, che non teme gli eventuali fallimenti ed è sempre alla ricerca di continui miglioramenti, soprattutto sul piano personale, quello che un esperienza di questo genere cioè, può dare. Una giornata campale iniziata in realtà dalla notte precedente, ovvero il solito full immersion che da tempo ci caratterizza e che principalmente coinvolge sempre Mauro ed il sottoscritto in una maratona notturna ,controllando, testando e revisionando.
E’ un lancio importantissimo, dove verranno testate un sacco di cose nuove e dove comparirà per la prima volta la prima versione completa del nuovo missile. La vecchia SS, reduce di cinque lanci , dalla serie tribooster a quella single-tube, è stata sostituita con la nuova SS, che alloggerà, nella sua rivoluzionata veste, la scheda di acquisizione dati SBM, il nuovo pacco batterie NiMH da 12 volts, ben due telecamere (una nuova a colori collocata al posto della vecchia bianco e nero e quest’ultima passata invece nel raccordo di sezione). Nella strumentazione di terra fanno invece la loro comparsa il sistema a bordo rampa, SBR, che si completa con il collegamento seriale ad un computer portatile ed il relativo software di gestione dati ed innesco accenditori. Molta carne al fuoco come si suol dire, tutta da verificare in una sola botta. Finiti gli ultimi preparativi ,estenuanti, di controllo il gruppo parte alla volta del campo di Pioppogatto. Il tempo di gustarci un piatto di basta e qualche salsiccia gentilmente offerta dagli organizzatori, pagare la piccola quota di partecipazione alla gara e siamo già tutti intorno alla rampa, allestendo questo lancio inaugurale. C’è molta tensione e grande emozione, si sta per dare lo start a qualcosa finora mai provato e non completamente testato, le incognite sono molte. Il piccolo computer portatile è già sulla torretta di controllo del campo con Diego che collega i lunghi cavi di connessione fino alla rampa, dove Mauro, Paolo Bertola ed io siamo da un po’ raccolti per sbrogliare alcune matasse tecniche presentatesi sul posto. Emerge da subito che, non avendo adeguatamente caricato le batterie di bordo, l’autonomia della SS ne avrebbe risentito. Il sistema viene comunque messo in grado di lavorare correttamente ed a collegamenti ultimati arriva il go di Diego per la prima simulazione e lettura dati dalla postazione di lancio. Il sistema di gestione remoto, così come progettato, inizia la lettura dello stato delle batterie ed effettua la prima simulazione di start, confermata da Mauro che , collegando i coccodrilli per gli accenditori al tester, ne verifica l’effettiva tensione. Dalla postazione video il segnale è chiaro e pulito e devo dire, le immagini a colori, per la prima volta in questo progetto, fanno tutto un altro effetto. Siamo pronti al lancio, ci sono tutti i requisiti per eseguire un lancio come da programma, ma dal cielo arriva un chiaro segnale di stop. Un autogiro, un velivolo sperimentale “vero”, con pilota a bordo, si alza in volo dal vicino campo di deltaplani ed inizia le sue evoluzioni sopra di noi. Evoluzioni che iniziano a diventare fastidiose quando per radio Diego ci avverte che la lettura del livello delle batterie sta scendendo ad ogni “annullamento e riavvio”. Il campo è gremito di persone in attesa per il nostro lancio da molti minuti ed i successivi passaggi dell’autogiro iniziano ad irritare gli astanti ed ancor più gli addetti ai lavori, consapevoli quest’ultimi di rimanere senza video e senza acquisizione da un momento all’altro. L’autogiro se ne va, quasi cacciato dalla folla a terra che fa cenno al pilota di togliersi dalle scatole, qualcuno ricorre ad espliciti gesti manuali. Il cielo è sgombero finalmente, si riparte con la sequenza di lancio, il video è ok, ma per pochi istanti, le batterie sono ormai scariche. Non possiamo abbandonare il campo e non abbiamo ne un pacco batteria di scorta e nemmeno il tempo per ricaricarlo, o si lancia o ci prendiamo i pomodori dal pubblico. La scelta cade , ovviamente, sulla prima opzione, che ci darà comunque ragione del notevole lavoro svolto su questo nuovo missile, ma alla beffa del volo senza video se ne aggiungerà presto un’altra. Il countdown arriva a zero e sul cavo seriale scorre l’ultimo treno di bit che darà il comando alla rampa per l’accensione degli accdenditori. Dalla torretta si ode il simpatico countdown dello speaker…three…two…one… Il razzo si stacca dalla rampa e sale in cielo, traiettoria stabile e imperturbata, ma all’apogeo però qualcosa va storto.
Le due sezioni si separano correttamente, il paracadute della SS si apre quasi subito, quello della sezione motore non accenna nemmeno a farsi vedere, la caduta libera della SM inizia velocemente a descrivere una traiettoria piuttosto minacciosa, sopra il parcheggio del campo, arriva giù in picchiata, impatta al suolo, tanto da udirne il tonfo, per fortuna senza colpire alcunché. Si pensa, visto che la SM è precipitata perfettamente verticale, di aver al massimo estratto una bella carota di torba, ma estraendo la sezione motori la sorpresa: il tubo, conficcandosi al suolo, ha raggiunto una grossa scheggia di vetro nel terreno, aprendosi come un pacchetto di caramelle scartato in fretta. Nessuna acquisizione dati da parte della SBM, che trovandosi in difetto di alimentazione ha svolto solo in parte le sue funzioni, ovvero l’invio dei livelli di tensione al computer di controllo e la simulazione del distacco delle sezioni con relativa commutazione delle telecamere. Una giornata veramente piena con qualche nota dolente ma con molti buoni presupposti per i lanci futuri.