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In viaggio a Starbase, dove SpaceX “costruisce” il futuro

 

 

Ecco un breve video della mia esperienza a Starbase, a Boca Chica Village, in Texas. Non è facile descrivere le sensazioni e le emozioni legate a posti come questo. Qui, SpaceX negli ultimi anni ha letteralmente creato dal nulla un cantiere futuristico e un piccolo spazioporto, attirando l’attenzione degli appassionati e di tutto il settore aerospaziale sui test e sui progressi dei suoi prototipi.

Alla magia di questo luogo, sulle rive del Golfo del Messico, come vedrete nel video, si unisce la facilità con cui è possibile avvicinarsi e fotografare i razzi della compagnia di Elon Musk. Le due Starship “gemelle” SN15 e SN16, ad esempio, sono state posizionate proprio ai bordi di una strada pubblica, consentendo a tutti i visitatori foto ravvicinatissime. E la Starship SN20, che sarà protagonista del primo volo orbitale tra qualche mese è in fase di costruzione nel launch site, poco distante dal cantiere principale.

A Starbase ci si sente parte del futuro: qui si può seguire passo dopo passo la nascita di una nuova era del volo spaziale. E stavolta l’obiettivo non è la Luna come nella corsa allo spazio degli anni 60: ora, la missione di SpaceX è consentire all’umanità di compiere il viaggio più importante di questo secolo, dalla Terra a Marte.

 




Navigando con le Stelle… Evento da non perdere!!!

ATTENZIONE ! Prenotazioni aperte! Possibilità di acquistare gli ultimi posti a bordo. Finestra di prenotazione dalle 14,30 alle 18,30

 

Attenzione.

Dopo aver valutato l’andamento delle condizioni del mare per le prossime 24 /48 ore , si è deciso di rinviare l’uscita in mare a domenica 12 agosto, ore 21,30, sempre con partenza dal molo di Viareggio

 
 
Saluti
lo Staff Octobersky – Paolo Miniussi
 

Octobersky è lieto di annunciarvi l’evento Navigando con le Stelle!

Una serata all’insegna della scienza astronautica e astronomica nell’insolito e affascinante palcoscenico del Mare.
Salperemo dal Molo di Viareggio a bordo dell’imbarcazione Beluo per avventurarci in mare aperto, a poche miglia dalla costa.
Andremo a caccia di stelle cadenti, mentre esperti relatori c’illustreranno le meraviglie della scienza e delle tecnica compiute nell’ambito dell’esplorazione spaziale.
Aspetteremo l’arrivo di Marte e vi racconteremo i suoi segreti e che cosa gli scienziati hanno scoperto di recente.
La brezza e il cielo stellato mescolati con la curiosità che l’uomo ha di guardare sempre oltre l’orizzonte…questo è NAVIGANDO CON LE STELLE!

11 agosto, ore 21,30 – molo di Viareggio. Naviga con noi…e le stelle. Ti aspettiamo!

Prenota il tuo posto a bordo!




Godspeed Alan Bean…adesso solo 4 gli uomini eredi della storica avventura lunare


Il quarto essere umano, in ordine di arrivo, ad aver camminato sulla Luna, se n’è andato. Alan Bean, pilota del modulo lunare di Apollo 12, terrestre e selenico, non c’è più.

A guardare una delle tante foto del simpatico Alan Bean ti viene da pensare che un uomo così possa affrontare di tutto, che riesca persino a schivare la morte, ma la realtà è ben diversa. E’ già successo, per uomini roccia come Pete Conrad, Alan Shepard, Neil Armstrong, Gene Cernan e John Young o per quelli forse più spirituali e “non solo moonwalker” come Ed Mitchell e Jim Irwin. Ora è toccato all’astronauta-pittore Alan Bean. 
Non è facile digerire una notizia così, speri sempre che quel tweet sia un errore, una fake news…e per qualche ora il confine fra notizia e bufala è stato sottilissimo. Un’emorragia cerebrale a 86 anni non lascia molto margine di manovra, in fondo speri che non sia vero, che la scampi. Nessuno è immortale, ahimé, nemmeno chi ha visitato un altro mondo, chi sulla Luna ci ha lavorato e avuto il tempo per ammirare le “bellezze terrestri” di Playboy…

Alan Bean, il pittore.
Alan Bean, uno dei tre di Apollo 12, l’equipaggio più goliardico di sempre.
Alan Bean, quello che salvò la missione sapendo quale interruttore premere al momento giusto, quando il Saturn V si trasformò nel più grande parafulmine volante della storia, quando tutto in cabina si spense.
Alan Bean l’uomo, l’amico, il buontempone…tutt’uno con i compagni di sempre, Conrad e Gordon.
Alan Bean, l’ultimo dei tre di Apollo 12…eh si, anche questa missione è adesso orfana dei suoi uomini, seguendo l’inevitabile destino già toccato a quelli di Apollo 14.

Alan Bean lascia all’umanità una grande eredità. E’ stato, fino ad oggi, l’unico uomo ad aver riprodotto su tela i paesaggi di un altro corpo celeste, diverso dalla Terra e su cui ha camminato.
Oltre all’avventura di Apollo 12, Bean fu anche comandante della seconda missione umana a bordo della stazione spaziale Skylab, seguendo le orme del suo predecessore e collega “lunare” Pete Conrad, l’uomo a cui lo stesso Bean deve l’ingaggio per Apollo 12.

Conrad, molto amico anche della nostra connazionale Oriana Fallaci, regalò ad Alan Bean altri momenti di gloria e felicità, cedendogli i comandi del modulo lunare durante il viaggio di ritorno dalla superficie lunare. Per chi non lo sapesse, tutti gli LMP (lunar module pilot) non pilotarono effettivamente il velivolo ma svolsero piuttosto il ruolo di co-pilota, “limitandosi” a dare supporto al comandante di missione, che normalmente era l’unico designato a manovrare la navicella.
Bean fu molto fortunato anche in questo. 

Non ho avuto personalmente il piacere d’incontrarlo, di stringergli la mano e d’immortalare quel momento. L’ho conosciuto attraverso i libri, i documentari, le interviste (anche quelle assurde ed irrispettose dei lunacomplottisti) e ammirando sul web le sue opere d’arte.
Il numero di uomini che andarono sulla Luna e tornarono sani e salvi sulla Terra è drasticamente sceso sotto la metà in meno di cinque mesi (John Young ci ha lasciato il 5 gennaio di quest’anno). Ne rimangono solo quattro. Alla fine di quest’anno saranno trascorsi 50 anni dal primo viaggio compiuto dalla Terra alla Luna con il lancio di Apollo 8. Gli uomini di questa missione sono ancora in vita. Sono il romanzo vivente di Jules Verne.
Poco più di un anno ci separa dalle celebrazioni di Apollo 11. L’impegno e la fatica di questi uomini non può attendere la loro scomparsa. Loro attendono solo di passare il testimone, ma sono rimasti in quattro, facciamo presto, torniamo sulla LUNA!

 




SPAZIO, Ultima frontiera…quantistica

Esperimento italiano verifica che la misteriosa natura quantistica della luce sopravvive ai viaggi nello spazio

La ricerca scientifica compie un altro passo in avanti verso la comprensione dell’Universo infinitamente piccolo e riaccende un dibattito in realtà mai spento, quello della natura della luce e del suo carattere diadico: onda o particella…uno stato di frustrante indeterminazione.
Uno studio condotto dall’Università di Padova apre scenari avveniristici sulle prossime modalità di comunicazione. Se già il concetto di computer quantistico sta stimolando la nostra immaginazione da qualche anno, con le telecomunicazioni quantistiche il cerchio si chiuderebbe.
Lo studio è frutto di una collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e l’Università diPadova. Questo il comunicato integrale:

Le nuove comunicazioni quantistiche satellitari hanno permesso di realizzare l’esperimento a scelta ritardata di Wheeler per la prima volta nello spazio, coprendo la distanza record di 3500 km grazie alla collaborazione tra Università di Padova e Agenzia Spaziale Italiana

I nuovi sviluppi delle tecnologie quantistiche permettono di investigare i principi base della Natura in scenari ancora inesplorati. Solo recentemente infatti le comunicazioni quantistiche hanno trovato conferma della loro potenzialità anche in campo spaziale, grazie agli esperimenti realizzati negli ultimi anni dai ricercatori dell’Università di Padova in collaborazione con il centro MLRO di Geodesia Spaziale dell’ASI a Matera e ai recenti lanci di satelliti da parte di Cina e Giappone. In questo esperimento, pubblicato sulla rivista Science Advances, il team UniPD-ASI ha investigato uno dei principi base della meccanica quantistica, il dualismo onda-corpuscolo, sulla distanza record di 3500 chilometri ottenuta sfruttando per la prima volta satelliti in orbita. Il risultato ottenuto, sia in termini del significato fisico fondamentale che delle tecniche sperimentali utilizzate, stimolerà ulteriormente le applicazioni delle comunicazioni quantistiche nello spazio.
Fin dalla nascita della meccanica quantistica, i suoi padri fondatori si sono sfidati a colpi di Gedankenexperiments, arguti esercizi mentali congegnati per estremizzare o portare all’assurdo la strana descrizione della realtà che cominciava a delinearsi di fronte a loro.

 

 

Celeberrimo è il caso dei dialoghi tra Einstein e Bohr avvenuti tra gli anni ‘20 e ‘30 del secolo scorso, in cui i due hanno dibattuto ampiamente uno dei principi base della nuova teoria, il dualismo onda-corpuscolo. Secondo questo principio, ogni particella elementare presenta comportamenti che sono tipici sia delle onde, per esempio possono interferire, che dei corpuscoli, ovvero vengono rivelati come un unico oggetto microscopico localizzato nello spazio. Non è possibile però concepire un esperimento in cui entrambi i tratti si osservano contemporaneamente, e per questo motivo ci si può porre la domanda se sia la configurazione sperimentale a causare il comportamento ondulatorio o corpuscolare delle particelle.

Questo ha portato John Wheeler alla fine degli anni ‘70 ad introdurre l’idea di esperimento a scelta ritardata (Wheeler’s delayed-choice experiment), vale a dire un esperimento la cui configurazione viene scelta solo dopo che la particella ha iniziato ad interagire con gli strumenti che lo compongono, ovvero solo dopo che la particella abbia definito le sue caratteristiche ondulatorie o corpuscolari entrando nell’apparato.

L’interpretazione classica di questo esperimento porta ad “una strana inversione del normale ordine del tempo”, in cui una certa azione, come la scelta della configurazione dell’apparato, condiziona la decisione che la particella aveva già preso nel suo passato, portando ad una apparente violazione del principio di causa-effetto.
Se si guarda allo stesso esperimento con occhi puramente quantistici invece il paradosso si risolve, perché la particella mantiene la sua duplice natura di onda-corpuscolo per tutto il tempo dell’esperimento: la particella è descritta da una funzione d’onda quantistica, e che si comporta analogamente ad un’onda prima di essere rivelata, quando assume le caratteristiche corpuscolari.

“È un importante risultato per la ricerca italiana che ci aiuta ad entrare nei misteri dell’infinitamente piccolo e di conoscere meglio il comportamento della luce” commenta Roberto Battiston presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana. “Grazie alle distanze spaziali abbiamo confermato uno degli assunti della teoria quantistica, ossia che la particella mantiene la sua duplice natura di onda-corpuscolo. Con questo esperimento l’Italia conferma il suo ruolo di primissimo livello nello sviluppo delle comunicazioni quantistiche che avranno molte applicazioni nel futuro”.

Questi esperimenti investigano i fondamenti della teoria quantistica e puntano a verificare fino a che distanza la teoria quantistica risulti valida. Il recente sviluppo delle tecnologie quantistiche riguardante sia le sorgenti di fotoni (le “particelle di luce”), sia le tecniche di rivelazione, nonché la capacità di manipolare e controllare la luce anche al livello dei suoi costituenti elementari, ha permesso negli ultimi anni di realizzare in laboratorio alcuni di questi esperimenti che erano stati specchipensati in origine come arzigogolati esperimenti mentali. Nel loro lavoro i ricercatori italiani hanno fatto anche di più: sono infatti usciti da un laboratorio e hanno realizzato l’esperimento di Wheeler lungo un canale spaziale di 3500 km, dimostrando la validità della descrizione quantistica in un contesto, quello spaziale, ancora inesplorato e in cui anche la gravità potrebbe giocare un ruolo. Per riuscire a farlo, i ricercatori hanno utilizzato un particolare interferometro, al momento unico al mondo nel suo genere, che si estende nello spazio dalla stazione di laser-ranging MLRO di Matera fino a comprendere satelliti dotati di prismi retro-riflettori in orbita.

Dal punto di vista applicativo, il loro lavoro mette in luce l’avanguardia italiana nelle comunicazioni quantistiche satellitari che rivestiranno un ruolo sempre maggiore da qui in avanti nel campo delle comunicazioni criptate su grandi distanze. Sfruttando contemporaneamente, per la prima volta, la codifica dell’informazione quantistica sia nella fase che nella polarizzazione di singoli fotoni, il team UniPD-ASI ha mostrato come si possa aumentare la capacità di trasmissione anche lungo un canale spaziale.

Lo sviluppo di questo nuovo campo di ricerca è appena cominciato, e ha già portato altri paesi come Cina, Giappone, Germania, Canada, Singapore ed Austria ad investire fortemente in queste tecnologie, come dimostrano le recenti dimostrazioni in orbita da parte di Micius, il satellite dedicato alle comunicazioni quantistiche satellitari lanciato dall’Accademia delle Scienze cinese l’anno scorso. Questo lavoro dimostra però come l’Italia abbia tutte le carte in regola per restare al passo delle altre potenze mondiali in questo ambito che sarà sempre più strategico negli prossimi anni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il gruppo di ricercatori di Padova




TI PORTO LA LUNA 2017…ECCOCI!

Ci siamo! TI PORTO LA LUNA 2017…non saremo al Museo della Marineria, ma ci saremo!

Quest’anno, per ragioni assurde e di natura puramente congetturale e aggiungerei politicamente miope, TI PORTO LA LUNA si sposta dal MUSEO DELLA MARINERIA, dove è stata ospitata per due anni di seguito con un grande successo, presso un altro storico auditorio della Città, la Sala Barsanti, presso i locali della Croce Verde Viareggio in via Giuseppe Garibaldi

Sarà un evento sui generis, qualcosa di particolare e speriamo di grande interesse.
In collaborazione con il GAV, ADAA, Octobersky e il patrocinio del CICAP, vi presenteremo una serie di conferenze su Marte e la Luna concludendo con l’intervento di Luigi Pizzimenti e l’esposizione del campione di roccia raccolta nella missione Apollo 15.
Durante la serata, ovvero nella seconda parte dell’evento, verrà celebrato Zeffiro Rossi e il lavoro svolto per il Museo della Marineria.

Il programma dell’evento prevede: 

ORE 18,00: #SPAZIANDO! – RITORNO ALLA LUNA! / MARTE NON E’ LONTANO

ORE 21,00: CONFERENZA sulla MISSIONE APOLLO 15 a cura di LUIGI PIZZIMENTI – ESPOSIZIONE DELLA ROCCIA LUNARE AL TERMINE DELLA CONFERENZA con possibilità di avvicinarsi alla roccia, scattare foto (e selfie) ed intervistare direttamente i relatori.
PER PRENOTARE IL VOSTRO POSTO QUI : http://www.octobersky.it/events/ti-porto-la-luna-2017/

Per le prenotazioni potete scrivere a info@octobersky.it – Eventuali modalità di prenotazione saranno comunicate su questa pagina nei prossimi giorni.




Ti Porto La Luna 2017 – Non saremo alla Marineria

Notizia breve, possibilmente indolore.
Quest’anno la terza edizione di Ti Porto la Luna NON si svolgerà al Museo della Marineria di Viareggio.
L’appuntamento fissato per oggi 12 maggio ore 21,00,  slitta al 10 giugno presso altri locali.
Ci stiamo organizzando per definire quanto prima la nuova location.

Una cosa rimane certa: l’edizione di quest’anno sarà dedicata all’amico Zeffiro Rossi.
Rimanete in contatto!

 

A giochi fatti vi racconteremo le vicende che ci hanno costretto a questo “cambiamento”.

AGGIORNAMENTO: TI PORTO LA LUNA 2017 si svolgerà presso la Croce Verde Viareggio, sabato 10 giugno! Clicca qui per info e prenotazioni

Paolo Miniussi