fig.1
Si è discusso molto e ancora si discute sulla veridicità delle missioni Apollo.
Io non ho dubbi, ma il mio non è un atto di fede, è una semplice e razionale osservazione dei fatti e , delle tante , tantissime prove a disposizione e se non fosse così, non mi metterei certo ad inseguire gli ultimi 8 moonwalker rimasti.
Una delle cose che ha sempre fatto impazzire i lunacomplottisti sono sempre state le fotografie e, a loro dire, le incongruenze che queste mostravano, salvo poi scoprire che lor signori di fotografia e prospettiva non ci hanno mai capito un fico secco.
Apollo 12, come tutte le missioni Apollo, prevedeva l’installazione della bandiera sul sito di allunaggio.
Alla Nasa non si scherza. Se devi mettere in scena un allunaggio spendi miliardi di dollari, costruisci vettori alti 110 metri, lander lunari dalle astruse forme e ti compri una bella e costosa bandiera a stelle e strisce da piantare sulla Luna alla faccia dei cattivoni comunisti…E invece no!
Sapete quanto è costata la bandiera di Nylon che ogni missione portava con se? Ben 5,5 dollari (all’incirca 33 dollari attuali), comprata, pare, in un negozio nei pressi della Nasa.
75 $ (fate voi il conto al cambio attuale) invece la struttura tubolare in alluminio anodizzato per sorreggere la bandiera e stenderla completamente. Sulla Luna non essendoci atmosfera, non soffia vento e dunque era necessario “simulare” l’effetto di bandiera al vento. Questo accorgimento ha reso famosa l’immagine di Buzz Aldrin che saluta il drappo a stelle e strisce e caratterizza più o meno tutte le foto delle missioni Apollo.
In Apollo 12 però, tanto per non farsi mancare niente (due fulmini alla partenza, la telecamera bruciata da Bean, il bernoccolo rimediato da quest’ultimo in fase di rientro per la caduta accidentale della cinepresa, i vari grovigli di cavi che si creavano stendendo le strumentazioni scientifiche…) l’asta che doveva tenere la bandiera si ruppe, facendo afflosciare il drappo (fig.1)
Sarà stato un male allora ma oggi potrebbe rivelarsi l’unico piccolo vantaggio per quel manufatto umano sperduto in una “magnifica desolazione”.
L’estreme condizioni infatti della Luna, dove si passa dai meno 140 gradi circa a più 130 e l’intenso irraggiamento UV presente nel lungo dì lunare che dura 14 giorni terrestri hanno sicuramente “sbiancato” la bandiera. Chi ha venduto la bandiera è stato più pessimistico.
Secondo Dennis Lacarrubba, (cito dal dall’Apollo Lunar Surface Jorunal) dice che il destino della bandiera in nylon sulla Terra , dopo 39 anni (la citazione risale al 2008) di esposizione a sole, vento ed altre intemperie, sarebbe certamente nefasto, figuriamoci sulla Luna. Secondo lui la bandiera è sopravvissuta pochi istanti (secondi) – He thinks for a few seconds. – e ancora, Lacarrubba, erroneamente, credeva che della bandiera fosse rimasto altro che cenere – I can’t believe there would be anything left…I gotta be honest with you. It’s gonna be ashes.
Lacarrubba, come detto, nonostante la sua onestà, è stato smentito dalla sonda Lunar Reconnaissance Orbiter, in orbita lunare dal 2009, che, scattando foto come questa in fig.2 ,ha dimostrato che la bandiera è intatta…probabilmente sbiancata dai raggi UV, ma intatta e forse, visto che non è completamente stesa, è messa anche un pochino meglio delle altre.
Sono certo che i lunacomplottisti diranno che la bandiera è stata sbiancata con la candeggina spruzzata a mo’ di scia chimica da una sonda americana lanciata segretamente.
fig.2